Volare si Può, Sognare si Deve!

Archivio mensile: Gennaio 2018

CRONACA di UNA GIORNATA SERENA di Franco Simula


Venerdì 5 gennaio era giornata di vigilia: vigilia dell’Epifania e quindi dell’arrivo dei Re Magi a Betlemme e anche vigilia dell’arrivo della Befana.
L’Associazione Parkinson pensò bene di organizzare per quel giorno un incontro conviviale che, quando è possibile, non guasta mai: serve a rinsaldare amicizie, a socializzare con i nuovi arrivati, serve a bere un buon bicchiere di vino in compagnia e, se le forze lo consentono, si possono fare quattro salti misurandosi arditamente con vecchie reminiscenze rappresentate da appassionati tanghi argentini o vorticosi valzer viennesi. Al momento del ballo è scattato il momento magico di Peppe Pinna, abilissimo ballerino d’altri tempi, che quando scocca l’ora delle danze, entra in una dimensione di sogno, coinvolgendo con perfetti passi di danza tutte le dame che si affidano alla sua guida. Piera pur non essendo un’esperta ballerina, ha cercato nel ballo di superare il torpore che puntualmente si diffonde fra tutti all’ora della siesta. Poi, accompagnati dalla musica di “faccia di trudda” abbiamo simulato il trenino ordinati per fila indiana. Intanto qualcuna, quatta quatta, riprendeva e certificava momenti parkinsoniani di festosa allegria.
La giornata era tiepida e luminosissima sembrava ritagliata dal mese di maggio e imprestata al 5 di gennaio. Tutto sembrava avviarsi gradualmente alla conclusione quando inaspettatamente… colpo di scena! Arriva la befanaaaaaa.
Come un”deus ex machina” spunta all’improvviso “con le scarpe tutte rotte, col cappello alla romana” a imitare la befana. Una befana vera, di quelle con le calze-dono per i bambini che sembrano vecchi. Insomma una befana con tutti i crismi legali della befanità. Portava in spalla un sacco pieno di ogni ben di Dio. Pietre di carbone durissimo come quello delle miniere ma dolcissimo e invitante: da spezzare i denti anche ai bambini, possiamo immaginare cosa potrà capitare ai denti dei bambini-vecchi ormai esausti e consumati. Attenti ai denti ragazzi-anziani o, se preferite, diversamente giovani come il politicamente corretto impone. Continuiamo con l’elenco delle leccornie. Cerchi di liquirizia attorcigliati come serpentelli neri; figure varie di zucchero cingommoso e spugnoso, un po’ viscido nel mangiarlo: la sua consistenza dà l’impressione che (da parkinsoniano) provo al mattino quando esco di casa e sento il terreno quasi gelatinoso che si muove sotto i piedi. Però era dolce e tanto è bastato a soddisfare la curiosità dei bambini ottantenni. E poi caramelle al limone, e ancora caramelle spugnose di colore e forme diverse dalle precedenti ma sempre dolci. Insomma le più belle e incantatrici caramelle per bambini. Veramente caramelle da befana! Quelle che sognavamo da bambini e non arrivavano perché allora c’era la guerra e la Befana era spelacchiata e povera come una moderna clochard; ma dovevate vedere che dignità!
Dunque anche a noi la befana come ai bambini? No, no, noi non siamo bambini; questa è una befana per adulti. Quella dei bambini è approdata in Piazza d’Italia con tanto di Vigili del fuoco al seguito e relativa discesa aerea dal Palazzo della Provincia e spargimento di caramelle a tappeto. Sciuponi potevano darle a noi: a noi le caramelle durissime o mollicce agli altri le caramelle buone. Per far gradire le caramelle un po’ “mingrine” ho dovuto fare l’elogio della caramella. Quasi come Erasmo da Rotterdam con la follia. Mah! Così è la vita…
Sotto la maschera della nostra befana chi c’era?
C’era quella “moninca” raffinata di Silvana che spesso una ne pensa e cento ne fa. Stavolta, però la “moninca” non era sola ad architettare: era accompagnata nell’organizzare la festosa sorpresa dalla mente fertile e creativa che è Ninetta; dunque due “majalze” in perfetta sintonia che non hanno dovuto deliberare niente né votare per regalarci una simpatica festa della befana. A conclusione della serata la “vecchia” ormai stanca ha letto una sorta di proclama in cui raccontava fatti e misfatti dei parkinsoniani compreso il presidente che per un po’ viene pregato di mettersi a far niente invece di stare a fare il “caminu a ludu” alla ricerca di nuovi locali. Intanto il sindaco non te ne dà di nuovi locali perché nell’andirivieni gli stai consumando tutte le strade.

Arrivederci a Carnevale






La befana

Buona sera
Oh! Scusate l'intrusione
Ma era aperto quel portone!
Io son vecchia, malandata
E anche se non invitata
Colto al volo ho l'occasione
Di abbracciare tante persone.
Sono buffa e un poco strana
E mi chiamano befana!
Dentro questo vecchio sacco
Per voi tutti c'è un bel pacco
Che contiene cose buone
Ma anche un poco di carbone
Da donare a chi ha mancato
Commettendo un bel peccato.
Che cos'è questo brusio
Che disturba il parlar mio?
Come al solito è Liliana
Non s'arrende all befana!
È laggiù in fondo al salone
Perciò merita il carbone.
Anche a Franco un pezzettino
Proprio in cima al suo calzino
Che stia bene, che stia male,
va a palazzo comunale
e sta li da mane a sera
d'ottener la sede spera...
l'indomani poi, con Dora,
presto presto di buonora
se pur stanco non si arresta
e scordando anche che è festa,
guida pure contromano
per recarsi da Moirano.
E se Dora allor protesta
E gli dice: svolta a destra!
La zittisce immanemente
Non si parla al conducente!
Di sicuro più paziente
Dottor Paulus è certamente
Coi malati e i dirigenti
E perfino con gli assenti
E perciò nel suo calzino
Per premiar la sua bontà
Solo dolci a volontà.
Adelaide Anna e Cenzina
Con la dolce cantatina
Sise accanto a Salvatore
Ci dilettano un pò il core
Ma con grande mia sorpresa
La Brigata Sassaresa
Fa scattare Geminiano
Che marciando a gamba tesa
Ruzzolare fa Peppino
che ha bevuto troppo vino
E perciò nel loro calzino
Di carbone un pezzettino.
Poi per Franca e per Paoletta
C'è una splendida calzetta
Ma anche qui c'è del carbone
Perchè sono un pò pigrone.
Che la giri a manca o a destra
Sempre uguale è la minestra!
Tutti han preso qualche ammenda
Ma anche dolci per merenda
Ma poiché imparziale son
Io la calza più cicciona
L'ho stipata di carbon
Per un tale James Parkinson

Ninetta Onida

 

“RICOMINCIO DA TRE” Trilogia poetica di G.B.


IL TUO SILENZIO

Mi piace il tuo silenzio.....
perché nel tuo sguardo profondo
colgo il corso dei tuoi pensieri.

Distante e sussiegosa, rapita nella tua voglia
di celarti agli occhi del mondo per non soffrire,
apri il tuo scrigno senza paura ... e concediti.

Seguimi nel tumultuoso sentimento che mi susciti,
prendimi per mano , cosi posso sentire il battito del tuo cuore, che pulsa insieme con il mio.

Percorriamo insieme la via dei ricordi che ci legano,
ricordi belli e nostalgie..... che ci sostengono
nel travaglio dei giorni che verranno .

Tu sei sempre stata il mio riferimento,
ora non sottrarti alla richiesta di amarti e
amarti ancora..... senza alcuna rinuncia.

Così nel tempo che porta alla vecchiezza
saremo liberi da fardelli "velenosi"..per
vivere insieme ciò che abbiamo meritato.

g.b.
MERIGGIO

Nelle ore calde del meriggio,
mi ritrovo sulla scogliera,
ad ascoltare il mare ...
rapito dal fluire delle onde che risuonano come il tuo sorriso.

E vedo i tuoi occhi - punture di stelle
nel firmamento celeste - splendere
come fuochi notturni col brillio
ammaliatore di una " fiera".

Il tuo incedere flessuoso
mi riempie di emozioni , che scorrono
lente come sabbia nella clessidra... così da poterle assaporare fino in fondo.

Ora nella seconda giovinezza....
tradito dal "rapace"...., ritrovo
il tuo braccio e percorro sentieri scoscesi
con la sicurezza dei giorni felici.

Dopo aver cercato l'ignoto.....
riacquisto la serenità perduta
e il mio essere fa pace
con la realtà che mi circonda.

g.b.
RICORDI

Nelle notti mote.... nella veglia,
il silenzio mi avvolge e, nella mente
i ricordi si affollano - vividi, struggenti, copiosi
e si rincorrono per avere il primato
delle emozioni che suscitano.

In questi momenti, silenti, la tua figura mi appare...
in tutte le sue espressioni - divertenti, scontrose,
gioiose , imprevedibili - e comunque tue.

Ho imparato a conoscerle ... e in loro rivedo
il tuo carattere - semplice e umbratile -
che mi regala sensazioni di tenerezza .

Sentimento che rafforza il legame che ci unisce,
fatto di ricordi vissuti nella giovinezza, contornati
da colori tenui e venata nostalgia.

In questo vortice di emozioni mi perdo,
mentre scivolo in un sonno leggero....
fatto di altri sogni ... di dorata bellezza.

g.b.