Volare si Può, Sognare si Deve!

IN MEMORIA


Caro Gianni, è passato già un mese dalla tua improvvisa scomparsa.

Troppo presto e in modo doloroso è stato interrotto il filo magico che si era disteso fra te e l’Associazione al cui interno avevi trovato un’altra famiglia che ti stimava, ti apprezzava e ti stimolava a distribuire agli altri almeno una parte delle ricchezze che conservavi con molta riservatezza e discrezione dentro lo scrigno della tua anima.

Ti astenevi dallo scrivere sul sito perché ritenevi di non essere all’altezza, e invece…E’ bastato un incoraggiamento al momento giusto perché tu cominciassi a raccontare con molta ironia (una delle poche armi che ci rimangono) qualcuna delle mille facce che il “rapace infingardo” riserva a ciascuno di noi. Per te, il Park era diventato un”terzo figlio”, generato da solo, senza il contributo di tua moglie che però seguiva con amore e trepidazione l’evoluzione di questo figlio anomalo nella speranza che ti desse meno fastidio possibile.

Gradualmente ti stavi adattando a considerarlo un inquilino del tuo stesso condominio col quale si deve necessariamente convivere stando attento, tuttavia, a non fargli prendere troppa confidenza…non si sa mai! Con la malattia, ancorché grave, ci permettiamo di ironizzare, persino di sbeffeggiarla, ma con l’altra sfinge -la morte quando decide di presentarsi e sorprenderti non c’è niente da fare: ti ghermisce brutalmente e per sempre. Noi, Gianni, nei pochi giorni di…preavviso che ti sono stati concessi, attendevamo con trepidazione l’esito del bollettino medico che ci veniva trasmesso quotidianamente da Antonella; e quando sembrava che si potesse cominciare a nutrire qualche filo di speranza, d’improvviso, inaspettata è arrivata la fine: neppure la tua tempra possente ha retto allo schianto. A quel punto tu uomo, tu Gianni, tiri i remi in barca, cancelli i sogni del futuro (non pochi per Te ancora giovane) sciogli tutte le speranze, e, lasciando il tempo terreno diventi pensiero d’amore per chi ti ha voluto bene entrando nel tempo infinito.

Un mese. Quest’ultimo mese, inesorabile e crudele, ha strappato ai nostri affetti due amici simbolo della nostra Associazione:Gianni Dessena e Oscar Iacomelli.

Non è possibile concludere questa memoria soltanto nella mestizia: Gianni era pieno di vita, allegro. E proprio di questa allegria voglio ricordare uno squarcio che accomuna nella comica confusione anche l’amico Oscar.

Stavamo rappresentando Romeo e Giulietta e si era ormai arrivati a proporre uno dei momenti drammatici dell’opera: l’incontro tumultuoso fra Tebaldo (Gianni) e Romeo (Oscar) accompagnato dall’inseparabile sanguigno amico Mercuzio (Franco) che si mette a discutere con Romeo di una banalità; Tebaldo approfitta del momento di confusione per colpire a morte Mercuzio. Romeo non riesce a tollerare quest’ultima insolenza e colpisce a morte Tebaldo. Questa la storia. Ma la realtà della nostra recitazione è stata diversa, comicamente diversa. Romeo (Oscar) che sempre si era presentato alle prove puntualmente armato di spada, quel giorno aveva fatalmente dimenticato di portare la sua arma; al momento di scaricare la sua ira furibonda contro Tebaldo si era trovato fatalmente inerme; a quel punto, Mercuzio, benché moribondo, porge (fra le risate) la propria spada a Romeo perché consumi la sua vendetta. Tebaldo colpito a morte cade a terra accanto all’odiato Mercuzio entrambi stavolta morti…dalle risate.

Questa spontanea memorabile risata renderà più lieve la terra sepolcrale a Oscar e Gianni. Addio amici cari.

Franco Simula


 

1 Commento

  1. Kai Stephan Paulus

    Gianni non aveva molto bisogno di me e forse in tutto era venuto due o tre volte da me per una visita; lui era giovane, forte, e sapeva come affrontare il suo figlio Park. Ci ha fatto sorridere e riflettere come padre di Park. A maggior ragione addolora la sua prematura ed imprevedibile scomparsa.
    Oscar, invece, veniva spesso a trovarmi ed insieme a lui seguivo alti e bassi. Forse sono proprio persone come Oscar che mi fanno crescere, che mi insegnano e mi spronano a non mollare, a trovare soluzioni dove spesso non se ne vedono. Oscar era felice di poter vestire i panni di Romeo. Ma era dispiaciuto che la sua voce, esile ed a momenti non comprensibile, aveva annullato diverse battute ironiche durante la recita di “Romeo e Giulietta, quarant’anni dopo” del nostro amico e personaggio dell’anno Franco Enna. Ma Oscar non mollava e si era dato da fare rivolgendosi di sua iniziativa ad una logopedista con sorprendente successo: due mesi dopo la recita la sua voce era nuovamente chiara e comprensibile.
    Gianni e Oscar: Grazie di tutto!

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