Volare si Può, Sognare si Deve!

Archivio mensile: Aprile 2017

L’attesa di G.B.


Un clangore di battaglia
irrompe nell'immoto silenzio del mattino,
strinato dal furore del diverbio
dal verdetto già scritto.

Duellanti che si disprezzano.....
incrociano spade taglienti
per lenire le sofferenze
inflitte senza ragione a uno di loro.

Ciò... nella muta indifferenza del "volgo" ,
che non riconosce l'odiato disagio,
chiuso nel pregiudizio
che impone un inconscio distacco.

La "sofferenza" altrui impaurisce gli animi...
divaricando due mondi paralleli,
che inevitabilmente non si riconoscono .

E la richiesta di ascolto, venata dal dolore,
si perde nei meandri della retorica,
attenta solo a creare consensi da recita.

L'attesa di risposte lacera l'anima,
acuendo distanze che separano ....
mitigate solo dalla ferma volontà
ad non arrendersi alla bieca cecità del demone.

g.b.

 

IL RAGAZZO DI KOBLENZ E’ FELICE

Qualche tempo fa avevo raccontato in questo sito come l’esperienza nel vedere Salvatore suonare l´armonica a bocca durante le sedute di ginnastica con Pinnuccia, spesso accompagnato dalla voce di Anna per sbloccare alcuni amici, in particolare Antonio, mi aveva ricordato l´armonica in casa di mia nonna a Koblenz in Germania.

 

Ed e´ stato proprio grazie a Salvatore ed i suoi incoraggiamenti che ho iniziato a suonare l´armonica, dopo oltre 40 anni!

Infatti, succede in questi ultimi anni, quando ci troviamo dopo un convegno oppure dopo un pranzo, che con Salvatore – ed ora anche insieme al nostro presidente Franco – ci mettiamo a suonare insieme divertendoci tantissimo. E la gioia diventa ancora maggiore quando anche le amiche ed amici della nostra associazione si uniscono a noi cantando “Vecchio scarpone”, “Dimonios”, oppure “No potho reposare”, durante le quali si scoprono talenti vocali prima insospettati.

 

Quindi, al suono dell’armonica di Salvatore mi ero ricordato dello strumento musicale di mia nonna e mi ricordavo uno strumento colorato, piuttosto grande, ed in due tonalità. Con i miei fratelli ci dedicammo a produrre dei suoni facendo a gara di chi fosse il più bravo, e mio fratello maggiore vinceva sempre. Lo strumento esercitava un grande fascino su di noi e mi ricordo che ci divertivamo a lungo nel invano tentativo di produrre qualche melodia riconoscibile. Ricordi di momenti felici e spensierati dell’infanzia.

 

Ora siamo stati per Pasqua in Germania da mia madre, ed indovinate cosa ho trovato nell´uovo?

 

 

Esatto, la Hohner Echo di mia nonna (!!) che mia madre aveva trovato in fondo a qualche scatola in cantina. Sono rimasto meravigliato e stupefatto. Incredibile, dopo oltre quarant´anni avevo nuovamente in mano l’armonica dell’infanzia; quasi non osavo soffiarci dentro. Sorprendentemente la vecchia Hohner funziona ancora, un po’ arrugginita sì, ma il suono c’è ancora anche se un po´ più debole, verosimilmente a causa dell´ossidazione delle linguette di rame, le ance, che al passaggio dell’aria soffiata vengono messi in vibrazione originando il suono.

Da quando Salvatore mi ha fatto tornare ragazzo e spronato a riprendere a suonare, ho acquistato diverse armoniche, tra quelle blues, cromatiche e tremolo, e tra tutte ce n’è una delle mie preferite: una Hohner Echo moderna. Che coincidenza.

 

Ma c’è di più: il vecchio strumento di mia nonna possiede una scatola nei colori rosso-blu: non potevo che finire in Sardegna!

 

Kai Paulus

 

IN MEMORIA


Caro Gianni, è passato già un mese dalla tua improvvisa scomparsa.

Troppo presto e in modo doloroso è stato interrotto il filo magico che si era disteso fra te e l’Associazione al cui interno avevi trovato un’altra famiglia che ti stimava, ti apprezzava e ti stimolava a distribuire agli altri almeno una parte delle ricchezze che conservavi con molta riservatezza e discrezione dentro lo scrigno della tua anima.

Ti astenevi dallo scrivere sul sito perché ritenevi di non essere all’altezza, e invece…E’ bastato un incoraggiamento al momento giusto perché tu cominciassi a raccontare con molta ironia (una delle poche armi che ci rimangono) qualcuna delle mille facce che il “rapace infingardo” riserva a ciascuno di noi. Per te, il Park era diventato un”terzo figlio”, generato da solo, senza il contributo di tua moglie che però seguiva con amore e trepidazione l’evoluzione di questo figlio anomalo nella speranza che ti desse meno fastidio possibile.

Gradualmente ti stavi adattando a considerarlo un inquilino del tuo stesso condominio col quale si deve necessariamente convivere stando attento, tuttavia, a non fargli prendere troppa confidenza…non si sa mai! Con la malattia, ancorché grave, ci permettiamo di ironizzare, persino di sbeffeggiarla, ma con l’altra sfinge -la morte quando decide di presentarsi e sorprenderti non c’è niente da fare: ti ghermisce brutalmente e per sempre. Noi, Gianni, nei pochi giorni di…preavviso che ti sono stati concessi, attendevamo con trepidazione l’esito del bollettino medico che ci veniva trasmesso quotidianamente da Antonella; e quando sembrava che si potesse cominciare a nutrire qualche filo di speranza, d’improvviso, inaspettata è arrivata la fine: neppure la tua tempra possente ha retto allo schianto. A quel punto tu uomo, tu Gianni, tiri i remi in barca, cancelli i sogni del futuro (non pochi per Te ancora giovane) sciogli tutte le speranze, e, lasciando il tempo terreno diventi pensiero d’amore per chi ti ha voluto bene entrando nel tempo infinito.

Un mese. Quest’ultimo mese, inesorabile e crudele, ha strappato ai nostri affetti due amici simbolo della nostra Associazione:Gianni Dessena e Oscar Iacomelli.

Non è possibile concludere questa memoria soltanto nella mestizia: Gianni era pieno di vita, allegro. E proprio di questa allegria voglio ricordare uno squarcio che accomuna nella comica confusione anche l’amico Oscar.

Stavamo rappresentando Romeo e Giulietta e si era ormai arrivati a proporre uno dei momenti drammatici dell’opera: l’incontro tumultuoso fra Tebaldo (Gianni) e Romeo (Oscar) accompagnato dall’inseparabile sanguigno amico Mercuzio (Franco) che si mette a discutere con Romeo di una banalità; Tebaldo approfitta del momento di confusione per colpire a morte Mercuzio. Romeo non riesce a tollerare quest’ultima insolenza e colpisce a morte Tebaldo. Questa la storia. Ma la realtà della nostra recitazione è stata diversa, comicamente diversa. Romeo (Oscar) che sempre si era presentato alle prove puntualmente armato di spada, quel giorno aveva fatalmente dimenticato di portare la sua arma; al momento di scaricare la sua ira furibonda contro Tebaldo si era trovato fatalmente inerme; a quel punto, Mercuzio, benché moribondo, porge (fra le risate) la propria spada a Romeo perché consumi la sua vendetta. Tebaldo colpito a morte cade a terra accanto all’odiato Mercuzio entrambi stavolta morti…dalle risate.

Questa spontanea memorabile risata renderà più lieve la terra sepolcrale a Oscar e Gianni. Addio amici cari.

Franco Simula


 

STUPEFACENTE !

Realtà e miti dell’utilizzo della cannabis nella malattia di Parkinson (Pillola n. 15)

(Sempre più spesso mi vengono rivolte domande sui presunti miracolosi effetti della cannabis nella malattia di Parkinson, ed alcuni hanno addirittura richiesto la sua prescrizione, probabilmente spinti da notizie promettenti del web. Il tema è attualissimo, ma anche delicato quanto difficile. Cercherò, per quanto possibile, di fare chiarezza sull’attuale stato di ricerca e legge)

La canapa (Cannabis sativa) è una pianta erbacea di circa 1,5-2 metri di altezza. Le infiorescenze femminili del suo fiore contengono fondamentalmente due metaboliti secondo i quali si distingue il chemiotipo CBD (cannabidiolo) ed il chemiotipo THC (tetraidrocannabinolo). Il THC possiede principalmente un effetto psicoattivo ed agisce sul sistema nervoso centrale; lo si trova in hashish e marijuana. Invece il CBD possiede un effetto non psicoattivo, ma secondo alcun i ricercatori avrebbe un’azione neuroprotettiva ed anti-infiammatoria.

Il nostro organismo è corredato di un sistema cannabinoide, cosiddetto endocannabinoide, rappresentato fortemente nel cervello. Le sostanze endocannabinoidi vengono prodotte da neuroni, astrociti e dalla microglia ed intervengono nella regolazione della memoria, del piacere, della concentrazione, del pensiero, di movimento e coordinazione, nella percezione sensoriale e temporale, dell’appetito e del dolore. Queste sostanze si legano a due recettori, il CB1 che è diffuso nel cervello e nei nervi periferici, ed il CB2 che invece si trova principalmente nelle cellule immunitarie. Il THC, contenuto nella cannabis, possiede una struttura molecolare molto simile alle endocannabinoidi, e pertanto si lega ai recettori CB1 e CB2, provocando gli stessi effetti del sistema endocannabinoide. I recettori CB1 e CB2 si trovano in molte aree del cervello e sono particolarmente concentrate nel talamo (percezioni sensoriali, dolore), ippocampo (memoria), nuclei della base (movimento), ecc. Proprio nei nuclei della base, cioè quella struttura deputata alla modulazione del movimento e che non funziona correttamente nel Parkinson, il THC agirebbe modulando i circuiti dopaminergico, glutammergico e GABAergico, e quindi migliorando sia i sintomi motori che quelli non motori della malattia.

 

Decreto legge del 9 novembre 2015 pubblicato sulle Gazzetta Ufficiale n. 279 del 30.11.2015

“Gli impieghi di cannabis ad uso medico sono presenti in studi clinici controllati, studi osservazionali, nelle revisioni sistematiche e nelle metanalisi della letteratura internazionale indicizzata. I risultati di questi studi non sono conclusivi sull’efficacia dell’uso medico della cannabis nelle patologie sotto indicate, le evidenze scientifiche sono di qualità moderata p scarsa, con risultati contraddittori e non conclusivi, mancano, inoltre, dati a supporto di un favorevole rapporto rischio/beneficio per la cannabis, tuttavia vi è l’indicazione a proseguire nelle ricerche per ottenere evidenze definitive.” … “In considerazione delle evidenze scientifiche fino ad ora prodotte, che dovranno essere aggiornate ogni due anni, si può affermare che l’uso medico della cannabis non può essere considerato una terapia propriamente detta, bensì un trattamento sintomatico di supporto ai trattamenti standard, quando questi non hanno prodotto gli effetti desiderati, o hanno provocato effetti secondari non tollerabili, o necessitano di incrementi posologici che potrebbero determinare la comparsa di effetti collaterali.”

“Gli impieghi di cannabis ad uso medico riguardano: l’analgesia in patologie che implicano spasticità associata a dolore (sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale) resistenti alle terapie convenzionali (… rif. biblio.); l’analgesia nel dolore cronico (con particolare riferimento al dolore neurogeno) in cui il trattamento con antinfiammatori non steroideo o con farmaci cortisonici o oppioidi si sia rivelato inefficace (rif. biblio.); l’effetto anticinetossico ed antiemetico nella nausea e vomito, causati da chemioterapia, radioterapia, terapie per HIV, che non può essere ottenuto con trattamenti tradizionali (… rif. biblio.): l’effetto stimolante dell’appetito nella cachessia, anoressia, perdita dell’appetito in pazienti oncologici o affetti da AIDS e nell’anoressia nervosa, che non può essere ottenuto con trattamenti standard (… rif. bibl.); l’effetto ipotensivo nel glaucoma resistente alle terapie convenzionali (… rif. biblio.); la riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette che non può essere ottenuta con trattamenti standard (… rif. biblio.).”

 

Riassumendo, la comunità scientifica internazionale sta studiando intensamente le sostanze psicoattive e per alcune, limitate situazioni, la cannabis è stata già autorizzata dal legislatore come trattamento aggiuntivo alla terapia farmacologica standard. Per quanto riguarda il Parkinson, le ricerche evidenziano l’importanza del sistema endocannabinoide nella modulazione dei circuiti dei nuclei della base, e che tale influenza possa essere sfruttata sia per il miglioramento dei sintomi, e sia per il rallentamento del decorso della malattia, ma non ci sono ancora dei risultati univoci su azione, efficacia e sicurezza dell’utilizzo della cannabis, e per questo il suo uso per la malattia di Parkinson non è stato ancora autorizzato.

Kai S. Paulus

 

Fonti:

Gazzetta Ufficiale n. 279 del 30.11.2015: Decreto 9 novembre 2015: Funzioni di Organismo statale per la cannabis previsto dagli articoli 23 e 28 della convenzione unica sugli stupefacenti del 1961, come modificata nel 1972.

Babayeva M, Assefa H, Basu P, Chumki S, Loewy Z. Marijuana Compounds: A Nonconventional Approach to Parkinson’s Diseaase Therapy. Parkinsons Dis, epub dec. 2016

Maccarrone M, Maldonado R, Casas M, Henze T, Centonze D. Cannainoids therapeutic use: what is our current under standing following the introduction of THC, THC-CBD oromucosal spray and others? Expert Rev Clin Pharmacol, 10(4), 2017

Murillo-Rodriguez E, Pastrana-Trejo JC, Salas-Crisòstomo M, de-la-Cruz M. The endocannabinoid system modulating levels of cosciousness, emotions and likely dream contents. CNS Neurol Disord Drug Targets. [Epub ahead of print], feb 2017

BUONE PROSPETTIVE PER LA NUOVA DOPAMINA Postilla alla Pillola n. 10

(Sto terminando il turno di notte in reparto ed in attesa che arrivi il collega per le consegne sto leggendo un articolo molto interessante che si allaccia alle novità terapeutiche presentate nella mia recente Pillola n.10 e che vorrei presentarvi in sintesi)

 

Scrive Thomas Mueller nel nuovo numero della rivista scientifica tedesca “Der Neurologe&Psychiater”:

“I neurologi verosimilmente non potranno offrire, nel prossimo futuro, nuove strategie terapeutiche ai loro assistiti, però i ricercatori riescono con crescente successo a migliorare le opzioni terapeutiche esistenti.”

Levodopa [Sirio, Sinemet, Madopar, Stalevo] viene trasformata nel cervello in dopamina e sostituisce il neurotrasmettitore mancante; in questo senso la levodopa rappresenta la sostanza che più si avvicina al ripristino fisiologico del circuito dopaminergico. Sfortunatamente, però, la levodopa possiede una breve emivita [efficacia] di soli 90 minuti circa e causa un regime terapeutico pulsatile responsabile delle fluttuazioni on-off, dell’effetto fine-dose e delle discinesie dell’effetto picco-dose. L’ideale sarebbe una formulazione con una durata di 24 ore; in questo modo si osserverebbero meno effetti collaterali, come già sperimentato con la pompa ad iniezione continua intestinale.”

“Tra le varie formulazioni di levodopa a rilascio prolungato, come quella in sfere, IPX066, appare molto promettente la cosiddetta ‘pillola fisarmonica’ AP09004, in cui la levodopa è legata ad un foglietto di polimero biologico ripiegato su sè stesso che si dispiega lentamente nello stomaco rilasciando nell’intestino levodopa per oltre 12 ore e riducendo in questo modo notevolmente il numero dell’assunzione di farmaco,ed i tempi sia del blocco motorio che delle discinesie.

Inoltre, si sta studiando una formulazione di levodopa da inalare, CVT-301, che dovrebbe servire soprattutto nelle fasi critiche per ridurre una fase off considerando che entra in azione già dopo quindici minuti.”

(Mi sembrava giusto segnalarvi questo articolo uscito questa settimana a dimostrazione della certezza che ben presto ci sarà qualche novità disponibile anche in Italia. Ma mi sono fatto distrarre, ora torno a completare il nuovo articolo della serie delle ‘Pillole’, dove vi parlerò della cannabis)

Kai S. Paulus

Fonte:

Mueller T.

Gute Chancen fuer langwirkendes L-Dopa.

DNP Der Neurologe&Psychiater, n. 18(4), 2017